Figuriamoci quindi cosa può succedere con una serie che si intitola Selfie... sì, avete letto bene, proprio come quelli che vi fate in continuazione. Una serie tv che, dunque, dovrebbe parlare di social media, o almeno affrontarli come motore delle vicende.
Prima di farvi venire l'orticaria – se non sopportate i selfie – rilassatevi: il telefilm, in onda sul canale americano ABC, non tratta di dodicenni o superstar con tendenze megalomani, ma di una sciacquetta di effimero successo online che deve riprendersi da un epic fail...
La cosa migliore di questo pilot (cioè primo episodio) sono i due protagonisti, Karen Gillan (la “storica” Amy Pond di Doctor Who) e John Cho (il Sulu del nuovo Star Trek al cinema).
Lei, Eliza, è una ex-bruttina della scuola adesso trendsetter e maniaca dei social, mentre lui, Henry, un esperto di marketing che odia la falsità dei rapporti online, ipercritico e metodico. Entrambi gli attori sono molto bravi e in parte, e salvano il prodotto dal naufragio alla prima sortita.
Non pensate, però, di trovarvi di fronte ad un prodotto che parla di internet e di web marketing: come i nomi dei due personaggi suggeriscono, siamo dalle parti di una sorta di remake moderno di My Fair Lady. Lei non è autentica e deve ricostruirsi un'immagine, lui è un riservato esperto in materia: uno scontro tra opposti che finiranno per attrarsi, con il mondo dei social a fare da teatro, invece di quello dell'alta società.
Il difetto di questo primo “assaggio” sta nell'indecisione del prodotto nel coniugare l'anima “al passo con i tempi” all'impianto vecchio stile: alla fine l'utilizzo dei social viene affrontato come la solita “diavoleria moderna” che ostacola la vita reale e non rappresenta una fonte di rapporti utili e veri. Non si contano le battute piuttosto banali in materia (tipo lo scambio “La tua mancanza di rapporti sociali ti rende così bravo a lavoro?” “Mi sembra facile non creare connessioni in una città che apprezza solo la connessione wi-fi”) così come le scene in cui gli amici virtuali non rispondono ai messaggi – anzi, non sono empatici! - e non interagiscono quando Eliza si sente giù.
Andiamo, se fosse una vera instagramer/tweetstar per lei sarebbe semplicissimo ricevere feedback positivi anche per il suo stato d'animo contrariato (magari con un selfie without makeup?). Ok, magari non le porterebbero il ginger ale a casa come lei vorrebbe, ma questa cosa del tanti amici online-nessun amico vero è un po' stiracchiata.
Se c'è qualcosa che puoi imparare da questo primo episodio di Selfie, è avere la netta sensazione che i vezzi di scrittura più grossolani siano proprio lo specchio della percezione che hanno “di noi” le molt(issim)e persone non social-pratiche (o non social-enthusiast).
Considerato però che il pubblico di riferimento è quello giovane e smaliziato, come si risolverà questa ambiguità della serie tv?
Beh, io intanto continuo a vederla.
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