"Ho capito, torno sull'Enterprise..." |
Sei
la Paramount e vuoi rilanciare un franchise di successo spy-action,
tratto dai libri di un autore che vende milioni di copie come Tom
Clancy (RIP).
Jack Ryan l'abbiamo visto interpretato da Alec Baldwin,
Harrison Ford, e anche da... Ben Affleck, e al botteghino è sempre
andato bene.
Per
star sicuri, allora, setti un budget di 60 milioni di dollari
(bassino ma quanto basta per esser solido), recluti uno come Kenneth
Branagh nei panni di regista e di cattivone, un giovane di belle
speranza con i nuovi Star Trek alle spalle come protagonista e una
vecchia gloria che fa sempre piacere vedere, Kevin Costner, nei panni
del vecchio mentore.
Keira, almeno lei... |
Ci
butti dentro Keira Knightley che male non fa mai.
Dipingi uno
scenario che intreccia 11 settembre, cospirazioni finanziarie e nuovi
attacchi terroristici.
E
fai un sonoro flop.
Perchè?
Semplice, Jack Ryan: l'iniziazione è quanto di più generico e senza
mordente Hollywood abbia prodotto negli ultimi anni.
Sembra
quasi un film indipendente a basso budget (elicotteri, panoramiche ed
esplosioni a parte): personaggi che parlano spiegando qualsiasi cosa,
senza carattere definito o dettagli memorabili, scene d'azione ben
realizzate ma senza identità e originalità, canovaccio classico
svolto senza guizzi.
"Capo, ho fatto un casino (COL film, non NEL film!)" |
E
poi, soprattutto, una miriade di soluzioni narrative che ti fanno
alzare gli occhi al cielo gridando “Seeeeeh!!”.
Una
su tutte: invitato a cena dal nemico, il prode Jack finge malamente
d'essere ubriaco e lascia che la moglie (civile e sprovveduta) si
faccia corteggiare da questo speculatore assassino per mettere in atto escamotage assolutamente privi
di ogni garanzia di riuscita (rubare un portafogli, assentarsi per un
quarto d'ora, entrare in un edificio supercontrollato senza che
nessuno lo riconosca... e così via) per rubare dei segreti dal pc del cattivone. Roba da rimandare gli sceneggiatori a scuola di "cosa fare per
mantenere un briciolo di decoro pur chiedendo la sospensione
dell'incredulità".
Kevin: "Almeno stavolta non è colpa mia" |
I
tempi sono cambiati, il pubblico è cambiato. Adulti e ragazzini sono
più smaliziati. Chi, al giorno d'oggi, paga un biglietto per vedere
personaggi generici compiere azioni generiche e un po' ridicole per
salvare l'America e il mondo?
Al
giorno d'oggi, quando la tv e lo streaming offrono Breaking Bad,
House of Cards, Game of Thrones, True Detective? O anche serie meno
“blasonate” ma ben congegnate come The Blacklist, 24, The Shield,
Sons of Anarchy?
Non
scherziamo.
Questo
flop segna un decisivo ed ennesimo scacco della tv al cinema “che conta”...
Chris Pine, scommetto, avrebbe preferito una bella miniserie sul piccolo schermo che questo film nel suo curriculum.
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