Era
solo questione di tempo. Anzi, forse è strano che Facebook
ci sia arrivato così pian
pianino: il social di
Mark Zuckerberg
ha introdotto qualche giorno fa in USA
la possibilità, per prodotti di piccole e medie imprese, la
possibilità di acquistare
online alcuni beni.
In
questo modo l'evoluzione di FB
è – quasi
– completa. Un ulteriore passo verso l'implementazione
di ogni funzione possibile,
e il tentativo di “impedire” all'utente di lasciare la sua comoda
timeline
per migrare verso altri siti e servizi online.
Una
comodità,
certo, ma anche, come facilmente si evince, un nuovo modo (quanto e
come invasivo
lo vedremo meglio tra qualche mese) di inserire pubblicità e
generare profitti per Facebook.
Un tentativo di affacciarsi all'e-commerce
per poi tentare la scalata al monopolio? Non è un'ipotesi tanto
azzardata. Anche considerato che una prima sperimentazione di
store online naufragò
nel 2012.
Per
adesso si sa che i post con l'opzione “compra”
compariranno sulle pagine
fan delle aziende e
probabilmente sulle bacheche altrui solo attraverso promozioni a
pagamento. Una invasione
commerciale che comunque
porterà ad un cambiamento dell'utilizzo di questo social,
che non è il primo a sperimentare qualcosa del genere, ma è
comunque attualmente il più utilizzato a livello mondiale.
Il
pagamento? Con carta di
credito/debito,
naturalmente. Un modo per accedere ad ulteriori nostri
dati? FB calma le acque:
"Nessuna informazione
sulle carte di credito che gli utenti condividono con Facebook quando
completano una transazione sarà condivisa con altri inserzionisti
– specificano dalla sede di Menlo Park - Le
persone potranno scegliere se salvare o meno le informazioni del
pagamento per acquisti futuri".
Domanda:
cosa succederà quando entreranno in gioco sul social i colossi
del commercio? Il rischio di soffocare le altre possibili proposte
da parte di concorrenti medio-piccoli non è trascurabile.
C'è qualcos'altro che puoi leggere...
- Tutto ciò che cerchi su Google può essere usato contro di te
- Il diritto all'oblio? Non esiste!
- Il web e la scomparsa delle middle-class
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