In una (finalmente serena e calda) sera di fine luglio, arriva sul palco della Versiliana di Pietrasanta uno dei migliori esponenti del giovane cantautorato italiano: Alessandro Mannarino, reduce dal successo dell'uscita del suo terzo disco. Tantissimi ragazzi nel pubblico e un'atmosfera di attesa e grande entusiasmo lo attendono, mentre parliamo nel backstage...
Per
il tour del tuo terzo e fortunato album “Il Monte”, hai deciso di
occuparti in prima persona della regia dello spettacolo e della
direzione dei musicisti. Ma cosa racconta questa opera? Cosa vuoi
trasmettere?
Racconto la storia di un
uomo e di una donna, e la ricerca della propria dimensione di
libertà. Tutto inizia dalla voglia di trovare un “rapporto” tra
l'uomo e la donna, e la lotta di quest'ultima per liberarsi di quello
che chiamo “Impero”.
L'Impero è una
condizione mentale e fisica, quella della città che è come un
carcere in cui sei guardato a vista e tutto è controllato, anche
l'amore. Controllato con il matrimonio, con la legge: ti fai due ore
di traffico al mattino, lavori dieci ore, ti fai due ore di traffico
alla sera, consumi un po' di pubblicità e vai a dormire. Questa è
la condizione più becera.
Poi c'è la dimensione
interiore, quella delle proprie disfatte, con l'idea
dell'impossibilità di un rapporto umano, profondo, che ti faccia
sentire vivo. E c'è la ricerca di questa donna che combatte i propri
mostri e di un uomo che cerca questa donna, non si incontrano quasi
mai, e alla fine si incontrano... sul Monte.
Parliamo del tuo ultimo
singolo, molto bello, che apre il disco: Malamor.
In quella canzone
racconto della nascita e di ciò che succede agli esseri umani, che
invece di ricevere carezze, libertà e possibilità ricevono
educazione, botte, freddezza... quindi c'è questo essere umano che
nasce uomo, ma a un certo punto della vita si ritrova ad essere un
cinghiale! Non capisce perchè, e deve scoprirlo.
Quando ti ho visto, per
la prima volta, eri sul palco del Festival Gaber da solo con la
chitarra. Adesso, con undici musicisti e tantissimi fan al seguito.
Dove ti porterà la tua evoluzione musicale?
Sai che non lo so? Non ne
ho proprio idea. È come quando prendi una strada e non sai dove ti
porta. Bisogna avere fiuto nella vita: ti metti su una strada invece
che su un'altra perché “annusi” qualcosa che c'è dall'altra
parte. A me è capitato spesso nella vita, nello scegliere le
persone, le situazioni... e la musica è proprio così. È il modo
che ho adesso per avere una finestra da cui affacciarmi e dire cose.
Il bello è che ogni volta cambio casa, e ogni volta devo scendere in
strada, vivere un sacco di situazioni diverse ed entrare nell'altra
abitazione, con un bagaglio di cose nuove da dire.
Qua sotto, il video che ho realizzato per Repubbica tv:
Qua sotto, il video che ho realizzato per Repubbica tv:
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.