C'erano
una volta i telefilm misteriosi. Poi arrivò Lost e tutto cambiò.
Per
qualche anno ci eravamo convinti che l'accumulo di cliffhanger
narrativi, domande senza risposta, paradossi temporali e avvenimenti
assurdi potessero reggere un'intera serie tv. E invece, arrivati a
tirare le somme, tutto è crollato svelando il piano diabolico: buttare là stranezze e poi navigare a vista.
Il
problema del genere mystery-drama è sempre quello: puoi anche avere
una bella idea iniziale, ma se non sai bene come giustificarla o
spiegarla quando arriverai all'atto finale, è meglio che inizi da
subito a spremerti le meningi.
Ora,
non so come gli autori hanno intenzione (se ce l'hanno, cosa non
secondaria) di spiegare la sparizione del 2% della popolazione
mondiale da un momento all'altro, ma è meglio che comincino ad
attrezzarsi nella maniera migliore, se vogliono tenere saldo il
timone di questa nave che si chiama The Leftovers.
Fattore
inquietante: uno degli ideatori e showrunner è il famigerato Damon
Lindelof, uno del team Lost (non proprio una garanzia) e
sceneggiatore del mio odiato Prometheus. Fattore mitigante: l'altro è
Tom Perrotta, l'uomo che ha scritto il libro da cui la serie è
tratta. Libro = storia compiuta e di sicuro strutturata in modo
decente.
I
10 episodi di The Leftovers, come suggerisce il titolo, andranno a
scandagliare le vite tormentate dei “lasciati indietro”, coloro
che sono rimasti, nella piccola comunità di Mapleton. Ognuno, in
qualche modo, ha perso qualcuno importante, si batte per la verità o
semplicemente per sostenere il dibattito tra religione (subito,
inevitabilmente, scomodata per questa possibile “assunzione in
cielo”) e la scienza.
Peter
Berg alla regia del pilot è una garanzia (Cose molto cattive,
Hancock, Lone Survivor) ed in effetti regala le cose migliori
dell'episodio. La sceneggiatura fa il suo dovere, presentando
l'evento sconvolgente all'inizio e poi solleticando la nostra
curiosità con flashback che riguardano i personaggi principali. Non
ci sono sussulti particolati, se non in un paio di casi, e si cerca
piuttosto di puntare sull'intensità delle interpretazioni attoriali,
da un azzeccato Justin Theroux ad una catatonica (ma capiremo perchè)
Liv Tyler. Ci aspettiamo grandi cose da Christopher Eccleston, che
qui compare pochi secondi.
Chi
sono davvero gli inquietanti e silenziosi Guilty Remnants? Il
“santone” Wayne sarà un visionario o un cialtrone che ha fondato
l'ennesima setta? E gli animali, come al solito, saranno i portatori
di risposte?
Tutto
sta nel vedere se la serie si svilupperà con il risaputo schema dei
“misteri su misteri” tanto caro ai creatori di Lost, che lo hanno
portato al punto di non ritorno, oppure se saprà dire qualcosa di
originale anche a livello di struttura e non soltanto di semplici
colpi di scena.
Così
com'è, questo pilot è un oggetto inclassificabile e anche oscuro su
quella che sarà la futura direzione dell'opera. Staremo a vedere.
Intanto,
possiamo godercelo in lingua originale con sottotitoli il 3 luglio e
il 10 luglio in versione doppiata su Sky Atlantic.
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