Premetto: non ho visto La Leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli.
E
me ne rammarico. Ma ci torniamo poi.
In
questi giorni, girovagando per la rete e vari social, ho notato
un'impennata di discussioni su questo film (purtroppo distribuito
poco e male all'epoca della sua uscita, circa un anno fa) e, facendo
una veloce ricerca, ho ricondotto questo fatto alla sua 'diffusione'
attraverso il noto sito di film in streaming cineblog01.
Come
probabilmente saprete, cineblog01 è uno degli spauracchi
dell'industria cinematografica, dove – splat – trovate i link
attraverso i quali potete guardare comodamente sul vostro pc/tablet/smartphone in
streaming film appena usciti in sala (solitamente qualità cam da
vomito), che devono ancora uscire ufficialmente (spesso video ok e
audio orrendo), o film già usciti in home video (qualità
solitamente decente, dvd-rip).
C'è anche una bella sezione di film
in lingua originale con i sottotitoli, grazie a traduttori volontari
e velocissimi che si adoperano su vari forum e siti, e che non
ricevono mai abbastanza ringraziamenti (non parliamo poi del loro
lavoro per le serie tv!).
Io
ho un brutto difetto: tendo a non demonizzare nulla per partito
preso, perchè ho sempre il timore di finire per assomigliare a Paola
Binetti che sbava incazzandosi per i matrimoni gay o l'uso del
preservativo.
Quello
che mi fa un po' riflettere è l'atteggiamento di alcuni cinefili
(sedicenti o riconosciuti, senza distinzione alcuna) che pontificano
sulla natura demoniaca dello streaming salvo poi farne evidente uso,
compulsivo o meno, per stare al passo con le uscite e farsi le loro
belle
recensioni-staus-post-note-videosuyoutube-sparateinbirreria-discorsiconlamamma.
Lo
streaming (ma anche il download, sì) è un paradossale nuovo tabù sorto ai tempi di internet per i "veri cinefili", è a portata di tutti ma troverai sempre l'illuminato che
finge di non saper neppure come di digitano certi indirizzi nella
barra del browser, e che ha abbastanza milioni da vedersi tutto in
sala e/o a nolo, in DVD o blu-ray.
Poi.
Kaspar Hauser non l'ho visto. Nemmeno, credo, lo vedrò a breve.
Non
mi nascondo dietro una foglia di fico: vado spesso al cinema, così
come ogni tanto mi guardo film in streaming oppure mi compro blu-ray
(ahimè, come tanti di voi là fuori adoro possedere fisicamente i
film che mi piacciono a scapito del bilancio familiare).
Prima
di prendercela con qualcuno e stracciarci le vesti gridando allo scandalo però, facciamoci tutti un esamino di
coscienza.
Nessuno
può costringere con la pistola alla tempia le persone ad andare al
cinema. E, se un film interessa davvero, al cinema ci si va senza che
nessuno ti debba fare l'incoraggiamento alla visione.
Altrimenti
a fare il predicozzo poi si diventa demenziali come il famoso e
fortunatamente scomparso spot antipirateria “Non ruberesti mai una
borsa-un'auto-un trattore leghista modificato in tank”...
Prima
di fare i censori e i moralizzatori (azz, ora mi scatta l'orticaria)
pensiamo a non essere degli ipocriti difensori dell'arte che magari
contribuiamo a rendere antipatica con dei pipponi assurdi e con uno
snobismo intellettuale, quello sì, brutto e deleterio.
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