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venerdì 17 ottobre 2014

10 Cose da Websocialcosi: Come scrivere il Titolo di un Post

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Sottotitolo: quello che TUTTI (i websocialcosi) dicono. E allora perché dovrei dirlo anche io?

Perché tu, caro lettore, meriti il meglio. E dato che in giro troverai un miliardo di post serissimi e bellissimi su tante cose (dallo scrivere i titoli, alla formula del post perfetto, dalle call-to-action a come muoverti sui social) meriti un approccio diverso, magari un po' critico, magari un po' beffardo, magari meno serioso ma riassuntivo, divertente e spassoso.

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Un post sui titoli di un post è un evergreen, è anche una pratica noiosa se vogliamo, un qualcosa che ormai è talmente scontato che chiunque continua a scriverne in quantità per beccare traffico da quei poveri cristi che ancora cercano di capire qualcosa di copy e la formuletta magica (me compreso, ovviamente).
All'inizio il titolo di questo post doveva essere appunto:
COSE CHE DICONO TUTTI
ma sarebbe risultato un po' riduttivo, vero? Anche se in realtà lo dicono TUTTI, ma proprio tutti. Quindi dovevo infilarci un numero, una parola scema (indovinate?) un “come”, uno “scrivere” e ovviamente “post” e “titolo”. Gee.

Ho già scritto troppo, mentre tutti sanno che più o meno l'80% del pubblico web oltre al titolo non legge altro che due righe, allora per necessità metterò un

  1. che però non sarà seguito strettamente da un tip/consiglio/insegnamento/
MA
da una premessa necessaria:

Il titolo dei post non conta niente se il tuo post (e il tuo blog) fa schifo.
Chiariamo subito le tue intenzioni: cerchi di risollevare la vita del tuo blog sperando che un articolo (o qualche articolo) così-così con un buon titolo gli faccia da defibrillatore? Pfui!
La tua creatura web deve essere COSTANTEMENTE aggiornata, ricca di contenuti belli, ganzi, utili e divertenti da leggere. Speri che un titolo possa risollevare un articolo mediocre? Sbagli. Uno ci clicca, poi vede la fuffa e ti manda a quel paese... probabilmente per sempre.

Quindi, first of all: mettiti in testa che il titolo non è MIRACOLOSO, è solo una (piccola) parte del tutto (quel tutto che ti impone di farti il MAZZO), che il clic dell'utente non ti serve a niente - anzi, può essere deleterio - se dopo un buon titolo non si trova niente. Parafrasando un vecchio film italiano, SOTTO IL TITOLO NIENTE? E allora ripensa tutto.

Via con i numeri (da circo? forse):

  1. I numeri (quelli veri) funzionano, eccome. È scientificamente provato che, da buoni babbuini, andiamo a cliccare quello che ci sembra più “scientificamente” provato, e schiaffare un numero in apertura del titolo può regalare questo senso, sebbene in realtà uno veda nel numero anche/soprattutto la comodità di un elenco da consumare in 10 secondi netti. Tipo: 8 modi per... oppure 10 errori da non fare... Ah, ok... questo questo e questo: check. Questo non lo sapevo, anvedi che ganzo 'sto web-social-coso magari domani me lo rileggo”. Compreso?

  2. Fai una SPARATA. imparare dal peggior giornalismo e dai suoi titoli roboanti paga, inutile fare i puristi. Sparare una roba tipo QUESTO POST TI CAMBIERA' LA VITA fa sempre colpo ed è un metodo infido ma collaudato per acchiappare clic. Poi, il contenuto sono affari tuoi: se non gli cambi davvero la vita, a quello che ti legge, non lo rivedrai mai più sul tuo blogghetto/sitarello;

  3. Il titolo deve essere breve. Sì, lo so che tu vuoi raccontare QUELLO CHE HO IMPARATO DALLA MIA ESPERIENZA DI STAGISTA NON PAGATO E GUEST BLOGGER SFRUTTATO DAI CATTIVI LA' FUORI ECCO COME NON FARE LA MIA STESSA FINE, ma credimi, la lunghezza ok per il titolo sono sei-sette parole, se vuoi che la gente le legga. Devi essere maestro di sintesi e chiarezza, oltre che di ruffianeria verso il potenziale lettore. Comunque, gran parte del titolo precedente puoi riassumerlo con “coglione”;

  4. Fai una domanda. Ovviamente non “E adesso cosa scrivo?” (anche se, pensandoci bene, potrebbe essere un titolo che funziona bene)... insomma, hai capito, deve essere una domanda che cattura l'attenzione e tocca qualche nervo scoperto tipo: “Lavorare gratis danneggia la tua professionalità?”, e poi ti metti a sviscerare l'argomento in oggetto. Mi raccomando, poi nel post lascia sempre al lettore la possibilità di farsi un'idea adeguata, senza pensare che la TUA risposta possa essere quella assoluta.

  5. Superlativi e aggettivi come se piovesse (ma anche no). “La guida DEFINITIVA a...” - “8 metodi SPETTACOLARI per...” - “I 10 MIGLIORI tool...” - “Scrivere post PERFETTI...” - ho reso l'idea? Puoi anche metterne più di uno, senza esagerare però (ecco spiegato il ma anche no). Non sono necessari, ma sono dannatamente catchy. Non fare lo sbrodolone, dunque, ma punta a rendere la ciccia gustosa (o le verdurine, se sei vegetariano/a)

  6. Usa il NON tutto maiuscolo. Yes, alla gente piacciono i divieti, anche se può sembrarti strano. Hai sempre paura di fare quegli epic fail che un titolo evoca, quando lo vedi, vero? E ci clicchi per vedere se davvero sbagli qualcosa. That's psicologia, baby! Dunque, metti ansia al tuo lettore con un bel “Cosa NON fare su Twitter” oppure “5 orribili errori che NON devi scrivere...” e blablabla. Mi sto facendo paura da solo.

  7. Scrivi una cazzata. Sì, anche quelle aiutano. Non sempre e non troppo, ma se ci perdi un minuto, ogni tanto ne puoi trovare utile alla tua causa. Esci dal seminato e vai nel campo minato, ok? Parti dal titolo-cazzata e pensa al resto, chessò: a come scriverebbe un post sulla netiquette Bruce Willis. “La netiquette secondo Bruce Willis” - e poi giù a scrivere come si comporterebbe un action hero nei confronti di chi spamma nei gruppi di LinkedIn. Vabbè, è una cazzata come suggerimento. Scommetto che puoi fare di meglio, su.

  8. Fai una classifica. Anche tu aspett(av)i con ansia Hitlist Italia su Mtv ai tempi d'oro, eh? Bene, puoi fare la tua Superclassificashow su ogni argomento del web, basta corredarla di argomentazioni reali, utili e un po' spettacolari. E il titolo deve riflettere questo spirito: “I 5 migliori tool per infighettare la tue foto", tié.

  9. Sii chiaro, diretto, onesto, sexy e spregiudicato. Nessuno vuole un titolo complicato. Nessuno lo vuole generico. Nessuno lo vuole grigio come un impiegato di banca. Il titolo deve sedurre, conquistare, incuriosire, colpire con un pugno in mezzo agli occhi. È chiedere troppo? Allora torna a leggere i manualetti online di tutti i websocialcosi e lascia perdere il blogging. Per fare questo lavoro, baby, devi mettere in campo il 300% del tuo campionario intellettuale e del tuo fascino.

  10. Abbiamo finito.

Qui ci starebbe una call-to-action, ma ne scriveremo poi, e – detto fra noi – è una delle cose che mi piacciono di meno. Non devo convincerti a commentare, se non ne senti il bisogno. MA MI PIACEREBBE, OK? COMMENTA SE TI VA!
Ti voglio bene, caro lettore (se sei arrivato fin qui...)

Leggi anche:
- Come scrivere un dannatissimo BEL post!

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