Entriamo nel vivo! No, scusate. Sarà il prossimo episodio a vedere il processo di Tyrion al centro delle vicende. Questa è una puntata tra l'interlocutorio e il *Non vedremo MAI una battaglia come si deve!* grazie alla presa di coscienza della reginetta dei draghi (che ovviamente non si vedono nemmeno stavolta). Comunque, al di là dei soporiferi scambi di gentilezza tra Margaery e Cersei, non c'è di che lamentarsi: partiamo dalla grande illuminazione che rimanda all'infinito la partita draghi-Lannister:
Riecco poi la mente diabolica di Ditocorto, che stavolta però si rivela succube della bellezza femminile (ah!)
Torna a fare la saccentona Arya, che si allena manco fosse un highlander e che poi viene regolarmente mazzolata dal suo fido Mastino.
Il buon padre di famiglia Tywin Lannister si rende conto d'essere in bolletta e agita spettri degni degli agitatori politici di casa nostra:
Infine, come la solito col teletrasporto, i corvi buoni guidati dal prode Jon Snow arrivano alla casetta di legno di Craster e scatenano l'inferno contro i corvi cattivi (più o meno)
E adesso tocca a voi! Vi è piaciuta la puntata? Vi ha deluso? Dite la vostra! (potete anche stalkerarmi su Twitter rivolgendo offese a @lucarinigiac)
Eccoci arrivati alla puntata numero 3 di Game of Thrones, dove i personaggi affrontano il dramma della morte di re Joffrey fregandosene bellamente, ognuno a modo suo. Pausa per Tyrion, l'unico che poverello ne paga le conseguenze in gattabuia, mentre si rivede Ditocorto... Gran polverone ha sollevato la scena tra Jaime e Cersei ma, assenza di riguardi per il cadavere ancora caldo del figlio, davvero la vogliamo considerare una sequenza scandalo? Andiamo, come se non avessimo visto di peggio! Persino George Martin ha finto di scandalizzarsi, come se (anima candida) non fosse stato al corrente di cosa contiene il telefilm con mesi d'anticipo... @lucarinigiac La vignetta sulla scena tanto contestata va in onda in stile più cartoon per edulcorare i toni (LOL)
Evviva! E' iniziata la quarta stagione di Game of Thrones!
Per molti (me compreso) iniziano le montagne russe tra aspettative, spoiler, sorprese, re-casting, passioni, amori, incazzature varie, personaggi che schiattano... insomma, George Martin!
Ecco alcune vignette che ho voluto dedicare ai principali avvenimenti del primo episodio che ci riporta nel magico (e un po' perverso) universo di Westeros...
[Sì, lo so: mancano Arya e il Mastino, ovvero i migliori: me ne occuperò più avanti]
Eccola tornare sulla scena musicale, dopo quattro anni,
con... udite udite... una canzone-video di critica a Burred Lines di
Thicke e del mileycyrusismo dilagante.
Vabbè, contenta lei: eccovi Hard Out There.
Se il suo grande ritorno sulle scene
dopo quattro anni è la parodia di un fenomeno degli ultimi sei mesi,
complimenti per l'impegno.
Quando sento puzza di fuffa,
specialmente rilanciata dai media in modo tipo “Il grande ritorno
di XYZ con video provocatorio in riposta al
maschilismo/femminismo/volgarità/etc” in questi la prima cosa che
faccio è andare a guardare il video senza ascoltare l'audio.
Mmmh,
cosa abbiamo?
Una cantante conciata e truccata in modo da fare la
figa, modelle che sculettano e spatatano senza ritegno, sembianti
fallici, macchinone... praticamente un video di Jay Z o del peggior
rapper tamarro della scena musicale. Ma – attenzione – Lily fin
dal prologo del video dà la colpa ad un produttore senza scrupoli
che la bacchetta mentre sul tavolo operatorio si fa togliere il
grasso dalle chiappe.
Però poi nella trasposizione in immagini del
suo singolo - SUO, non del producer fittizio - tanto voluto e sentito
per protestare contro il maschilismo dilagante, non c'è mai un
momento di reazione vera allo stereotipo. Direi piuttosto che
soccombe e va a contraddire il testo.
Sono dell'idea che chi sciommiotta,
anche per protesta, abbia già perso in partenza, a meno di colpi di
genio davvero particolari, e non è questo il caso. Alla fine abbiamo
un video che è un costoso abbassamento al livello dei soggetti
bersagliati, di una canzone con un testo anche carino, ma innocuo,
affogato dalla solita ridda di over-produzione, voce sintetizzata,
ritornello wannabe-catchy (ma sarà davvero memorabile? Boh). Niente
a che vedere, nemmeno nello stile, con Lorde, lei sì capace di
veicolare un bel testo contro le banalità in una canzone che prende
e che ha un video ad hoc.
Alla fine della fiera ti fa rimpiangere
la truzzaggine volgare ma sempliciotta di Miley Cyrus, che certo non
è originale, ma almento è autentica nella sua tristezza.
Oltretutto, dopo l'ultima prodezza della canna sul palco degli EMA di
Mtv, l'ex Hanna Montana si è dimostrata anche meglio del previsto
quanto a strategie.
La verità è brutta e triste: Lily
Allen è ormai vecchia per gli standard del mercato musicale
mainstream e non ha sfondato abbastanza da essere una star di quelle
che contano.
E' dura là fuori per una stronza?
Figurati per una persona onesta...
Lily Allen, o dell'acqua calda ipocrita: teniamoci Miley.