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martedì 5 novembre 2013

V per Vendetta o A per Armistizio? Il volto di Guy, di V e del 5 novembre

Un bel faccino. Teneramente imbarazzato.
Remember, remember, the fifth of november...
Sì, un attimo. Cosa ricordiamo davvero? V per Vendetta e il suo protagonista, con i suoi attentati ad un regime orwelliano, o la vera origine della filastrocca, un fallito attentato dinamitardo di inizio 1600 che avrebbe distrutto il parlamento inglese, ucciso il Re ma anche altre migliaia di persone nel raggio di un chilometro?
E per quel motivo dovremmo farlo, scusate? 
 
Guy Fawkes mentre pensa. A cosa, non si sa.
A me non va di ricordare la congiura delle polveri (leggetevela su Wikipedia), più volte cavalcata pretestuosamente in America dalla politica. Mi piace V per Vendetta, è una bella opera (il fumetto, il film meno), mi piace anche come il messaggio si è trasformato, anche se non in tutte le sue sfumature. Sì al pacifismo, no ad azioni criminali. Anonymous e tutti quelli che stanno dietro la maschera di Guy Fawkes, vero colpo di genio degli ultimi vent'anni (la maschera, non Guy Fawkes), non fanno che dimostrare che i simboli sono più potenti di ogni altra cosa. Milioni di persone sanno che quella faccia beffarda significa “anarchia, protesta, anti-establishment, anti-capitalismo” eccetera, ma pochissimi conoscono davvero i messaggi che gli attivisti vogliono veicolare, quando ci sono.
Che io ricordi o che abbia trovato traccia in giro, il primo ad utilizzare l'iconica V e la maschera di Guy Fawkes a fini di protesta politica è stato – udite udite – Beppe Grillo. Uno che di mestiere fa(ceva?) il comico e che ne sa più di marketing virale ed emotivo che di buona educazione.
Yeaaaah! Vaffanculooooooo! FACDESISTEM!
Tra l'altro, per il primo, dichiarato e bellicoso intento di “far saltare il Parlamento” con il Vaffanculo-day e la nota campagna (sacrosanta negli assunti, per carità) Parlamento pulito, il buon Beppe aveva scelto nel 2007 come data simbolica l'8 settembre... ovvero quando, nel 1943, il generale Pietro Badoglio, a capo del governo italiano, proclamò l'armistizio (insomma... gli Alleati lo imposero a suon di bombe, ma vabbè) gettando nel caos la penisola e col re Vittorio Emanuele III che se la diede a gambe. Ma questa è storia, non ci serve! Servono simboli, immediati, riconoscibili, blockbusteriani, replicabili: il faccione di Badoglio, triste come un cocker, non era adatto. Ecco dunque l'americanissimo V, anarchico guerriero contro un regime totalitario. Cioè tutto l'opposto della maschera che indossa, simbolo di Guy Fawkes, ex soldato fervente cristiano che voleva ammazzare quanti più protestanti poteva, assieme al Re (d'Inghilterra, che era dei “loro”). Una congiura che non avrebbe portato lui e i suoi sodali a mettere sul trono Topolino. Era una faida, e tale sarebbe rimasta. 
 
E adesso sono cazzi.
Nel fumetto originale di Alan Moore, scritto nei primi anni '80, V vuole vendicarsi delle torture e dei torti subiti per motivi particolari; è idealista, sì, ma se ne fotte di essere un leader. E' carismatico, ha una visione, ma non la impone – e manca la “discesa in campo” del suo popolo mascherato. Questo succede nel film del 2005, possibile solo perchè creatura degli allora lanciatissimi Wachowski bros nonostante i due vomitevoli sequel di Matrix, e del loro regista-protegee James McTeigue. Un film ad alto budget con messaggio destabilizzante, terroristico,
Badoglio. Non esattamente un volto memorabile.
anarchico... una rarità, a meno che non si consideri, un po' come avvenne con il punk, lo sfruttamento di un sentimento allora emergente ai fini di marketing. Che poi la cosa abbia avuto una grandissima eco (ma ogni maschera venduta, se non tarocca, fa guadagnare la Warner), forse più di quanto immaginato, è certo.

Curioso il caso italiano. Pensate se non ci fosse stato il film americano di V per Vendetta. Avremmo dovuto ripiegare su qualcosa di nostrano sull'8 settembre: ma il meglio che avremmo potuto avere sarebbe stato un low-budget distribuito in tre sale, in costume, con comparse inette e cavalli spelacchiati, grondante di retorica e inamidato come un calzino, girato da Pasquale Squitieri. Probabilmente con la maschera unico elemento ben realizzato da, chessò, Sergio Stivaletti. A come Armistizio. Sfigatooooo....

Ecco. E allora Beppe te lo scordavi il successo. Gli americani stanno sempre troppo avanti. Anche... beh, nell'anarchia organizzata.
Buon 5 novembre...

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