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venerdì 2 maggio 2014

Penny Dreadful, pulp fiction gotica tra Frankenstein e Dracula

Cosa sono i Penny Dreadful? Sono, in pratica, gli antenati della pulp fiction americana in salsa horror-gotica. Come suggerisce il nome, sono spaventi da un penny, pubblicazioni economiche del XIX secolo piene di storiacce di paura, nei quali si sono fatti le ossa fior fiore di autori, considerati ormai classici del genere.
Una serie tv che si presenta con questo nome, dunque, non può che incoraggiare per la vena palesemente ironica che la pervade. O almeno è quello che si spera, perchè mescolare, come dichiarato fin dall'inizio, vampiri con creature sovrannaturali e miti della letteratura potrebbe essere fatale per chi si prende troppo sul serio.
Non che Penny Dreadful non lo faccia: l'intero episodio pilota è scevro da facile umorismo e l'atmosfera è piuttosto drammatica, sebbene qua e là affiori un'atteggiamento consapevole e quasi divertito nel rappresentare la materia e mettere in campo numerosi stereotipi (la sensitiva, i saltimbanchi, il club snob, gli omicidi efferati stile Jack lo squartatore...).
Di certo non è banale: non ci sono spiegoni, si gioca a mostrare e non chiarire invece di illustrare da subito il centro della questione. Se mai, l'episodio soffre del dover mettere in campo troppi personaggi e dare comunque una minima infarinatura del loro carattere e dei loro obiettivi. Questo va a scapito dell'azione vera e propria e forse anche dell'intrattenimento, sebbene i momenti di tensione non manchino e neppure una spruzzata di gore
Alla fine il pilot si lascia vedere e si apprezza una fotografia molto curata e la regia pulita di Juan Antonio Bayona (The Orphanage, The Impossible). Le maggiori aspettative arrivano però dal creatore e mastermind della serie, quel John Logan autore dei copioni degli ultimi 007, di Hugo Cabret, de L'ultimo Samurai, The Aviator (ma anche Noah...): resta da capire se questa tv è stata scritta come divertissement o se il suo autore ci ha messo il 100% dell'impegno. La produzione del regista Sam Mendes lascia ben sperare.
E il cast non è da meno: Eva Green è ovviamente (oltre al motivo per cui l'ho vista a scatola chiusa) la presenza più appariscente della produzione, ma un redivivo e in formissima Timothy Dalton, un tenebroso Josh Hartnett e qualche presenza cult come la ex-companion del Doctor Who Billie Piper assicurano una presa sul pubblico generalista non da poco.
Come primo episodio, dicevo, fa il suo dovere. Incuriosisce, lancia sul tavolo molti interrogativi, ma soprattutto sgombra il campo da ogni pretesa di rigore storico-letterario (basti pensare alla figura di Frankenstein) lasciando intendere di poter essere una sorta di Lega degli straordinari gentlemen (con le dovute proporzioni) in salsa gotica. L'equilibrio su cui si regge è fragile: una pretesa seriosa di troppo, un mostro troppo sopra le righe, e l'incantesimo si spezza. Vedremo.

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