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mercoledì 3 settembre 2014

Nel villaggio social(e), non basta esserci: devi sapere il perchè!

Immagine via
Il buon vecchio sociologo Marshall McLuhan, che ogni appassionato di comunicazione conosce per il suo assunto “Il medium è il messaggio”, aveva con le sue teorie anticipato il web, ma ora forse si farebbe due domande su quello che aveva definito “villaggio globale”.

Certo, gli spazi si sono ristretti, le distanze annullate, i canali di comunicazione moltiplicati, ma in questo villaggio, quanti abitanti hanno 
davvero un obiettivo di vita e quanti, invece, hanno piantato una tenda solo per dire “Ehi, ci sono anche io!”?

Una delle mentalità più diffuse, - soprattutto nell'ambito personal branding o social media marketing - è quello del pensare che basti semplicemente “esserci”, sulle varie piattaforme social. Niente di più superficiale. Anche se, in effetti, il ritmo vertiginoso di status, tweet, post etc. ci fa sentire tagliati fuori se non facciamo qualcosa.

Una risposta abbastanza chiara a questa concezione social dell'esserci per esserci arriva da Brian Solis, il teorico per eccellenza del web.

In un'intervista al The Economist, Solis opera una distinzione netta – con la classica “parolina in più” che cambia tutto – tra social business e social media.

Di fatto, non siamo più neppure nello stesso campo: con social business si indica la filosofia stessa che sta alla base dell'essere “impresa social” (che tu sia un battitore libero o un'azienda poco cambia). Il che vuol dire studiare un impatto positivo nella vita delle persone, ponderare la propria possibile utilità, mettere in atto una cultura specifica sulla quale modellare le proprie azioni, chiarire le proprie aspirazioni e mirare ad un “livello più alto” di visione e condivisione con gli altri.

Con il termine social media, invece, si indicano solo e soltanto gli strumenti e i canali attraverso i quali queste decisioni vengono messe in atto.

In sostanza, quello che ci dice l'eminente antropologo-futurologo è che spesso si pone in modo ingenuo troppa enfasi sui “social media” e ci si dimentica completamente del quadro più ampio. Il medium NON è il messaggio, non parla da solo e il suo utilizzo non comunica niente in più che possa portarti dei vantaggi.

Tradotto, puoi avere tutti i calendari editoriali che vuoi, e dei contenuti molto carini e utili, ma se continua a sfuggirti il senso ultimo delle tue azioni sul web finirai invariabilmente per accumulare un bel gruzzolo inutile di post, status, tweet e foto.

Comunicare non basta, sapersi far vedere/leggere neppure, bisogna studiare e rendere unica la propria comunicazione.

Dover bloggare e saper postare/tuittare non basta. Quello che serve è un cambiamento della mentalità con la quale si affronta il safari nella savana dell'internet.

I vecchi sistemi di pianificazione, le strategie vecchia scuola tradotte nel linguaggio online, i sistemi lenti e macchinosi sono quelli che ti faranno mangiare dal leone (= i competitor).
Solo avendo chiari i propri obiettivi e le proprie possibilità, si potrà sopravvivere e raggiungere la piena soddisfazione.

Ciò che deve cambiare è essenzialmente l'approccio di ogni singolo utente o dell'azienda che si affaccia al web: capire e direzionare la propria identità e agire secondo criteri di autenticità, aprirsi completamente agli altri accettando a braccia aperte idee, critiche e consigli, collaborare ed essere generosi.

Una volta compreso questo (il core del nostro social business), possiamo iniziare il nostro lavoro sui social media.


- Esaurimento da social, cosa NON fare d'impulso!
- Hai scritto un bel post? Promuovilo come un reporter d'assalto!
- Non sei "il più intelligente nella stanza"? Allora devi essere Spongebob!

lunedì 18 agosto 2014

Come utilizzare meglio i social media (ed evitare travasi di bile)

Fonte
Ti è mai capitato – di punto in bianco - di ritrovarti a fissare lo schermo di pc/smartphone/tablet mentre sei sui social, in preda a sentimenti contrastanti? Di sentire una specie di vuoto, un sentimento misto di noia e malinconia, unito alla vaga sensazione di aver perso tempo?

Ecco, i social media tendono, a volte, a farti cadere in questa insidiosa trappola: ti seducono, chiedendo la tua attenzione e il tuo tempo, e poi ti abbandonano dopo aver trasformato il piacere in un indefinito groviglio di insoddisfazione.

Da un po' di tempo ho deciso di imprimere una svolta alla mia vita online. Con un semplice obiettivo: dare dignità al tempo che passo sul web e trarne il massimo, evitando tristezze, arrabbiature e noia e cercando di esaltare, invece, quanto di buono le persone possono darmi e quello che io posso dare a loro, in primis.

I social sono il luogo dove spesso l'apparenza regna, e dove la sfida è quella di essere capaci di creare qualcosa di concreto e “di sostanza”.

Cosa non ti piace vedere sui social e cosa sarebbe meglio evitare? Tento, sulla base dell'esperienza, di avanzare qualche ipotesi:

  • Perderti tra mille status, post e immagini 
  • Arrabbiarti per l'ennesima polemica futile di qualche contatto 
  • Invidiare chi si vanta continuamente della sua “bella vita” 
  • Vedere i successi altrui e farti venire l'ansia 
  • Deprimerti per continui contenuti tristi o lamentosi 
Poi ci sono i “bombardamenti” sulle timeline: felicità vera e presunta sbandierata con decine di status-foto, matrimoni come se piovesse, lutti e pianti quotidiani, vacanze perenni, cronaca nera sbattuta in faccia a tutti con foto tremende a corredo, litigi tra due o più utenti sbandierati nella piazza virtuale...

Ben consapevole di aver talvolta commesso certi errori in passato (non li ho cancellati, così se “scorro” indietro li ho sempre a portata di mano), ho stilato quindi un piccolo elenco di cose da fare per migliorare l'esperienza social, che spero possa essere utile anche a te.

IL CORAGGIO DI FARE PULIZIA
Inizia a nascondere, su Facebook, le notifiche – senza necessariamente togliere l'amicizia - a quelli che sono sempre e comunque incazzati con il mondo, negativi e ultra-polemici (vai su uno status di quella persona > freccina in alto a destra > non seguire più).


Inizia a scorrere la tua lista dei follow su Twitter e defollowa chi non ti piace e non ti risulta utile. Crea delle liste di interessi e utilizzale regolarmente (Impostazioni > Liste, ne create quante volete, a tema, buttando dentro chi davvero conta).

Inizia a dare valore alle diverse cerchie di Google Plus e attiva le notifiche solo di chi davvero regala qualcosa di positivo.

Quando sarai a metà del lavoro, potrai già notare una sensibile differenza nelle tue timeline. Fare pulizia, in modo oculato e non drastico, migliora di netto l'esperienza social e regala tutto un altro modo di vivere il nostro “mondo” online.

METTI(TI) UN TEMPO LIMITE
La gestione del tempo è l'impresa più difficile e impegnativa che esista. Parola di uno che si ritrova ogni sera a rimuginare su quello che poteva fare in più e non ha fatto.

Stabilire degli orari e darsi scadenze, soprattutto per chi lavora attaccato al pc e con i social media, è imperativo: certo, è bello bighellonare un po' online per reperire aggiornamenti e informazioni, ma il rischio di “perdersi” è sempre altissimo. 

Per questo, sveglie sullo smartphone, cronometri sull'orologio da polso, reminder su Google Calendar e via dicendo sono i nostri migliori alleati. Creare una scaletta di massima giornaliera e fissare degli orari per portare a termine i nostri impegni è il punto di partenza migliore per stimolarci ad evitare perdite di tempo di qualsiasi natura.

DEVI ESSERE TU IL PRIMO A “CAMBIARE”
Come recita una famosa (e un po' abusata) massima di Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Siccome io per primo sono un po' insofferente agli aforismi che spesso rimangono su carta (digitale o meno), mi costringo a rispondere a questa domanda: voglio ritrovarmi a fare gli errori che detesto?

Non è una mera questione di dare il buon esempio: è mettersi in una posizione che non ci rende contraddittori, ma fedeli al nostro proposito. Ragionando all'inverso: vogliamo che gli altri ci cancellino, defollowino, nascondano le nostre notifiche? No. E allora, pensiamo bene ad ogni nostra mossa – e parola – online. Solo così saremo in grado di migliorarci e capire quello che possiamo dare agli altri, facendo del bene a noi stessi.

IL VALORE DELL'EDUCAZIONE
No, non punto a fare la Montessori di turno, ma... hai notato che con l'esplosione dei social è aumentata esponenzialmente la maleducazione nelle “discussioni”? 

Online si trovano degli esempi eclatanti: non parlo solo dei troll sotto i post di Repubblica.it o dei flame creati dai sostenitori di questo o quel soggetto politico... parlo degli scambi che spesso vediamo tra persone che si conoscono online, per i motivi più disparati. I toni tendono ad alzarsi in modo velocissimo, oppure si vede dello spam incontrollato, nonché della vera e propria maleducazione nel rispondere a osservazioni e opinioni.

Riscoprire l'educazione (la famosa 'netiquette', tanto snobbata da molti) può cambiare in meglio la nostra presenza online. Chiedere gentilmente, ringraziare, comprendere le posizioni altrui senza attaccare, stemperare le polemiche con leggerezza e ironia... grazie al tempo del tragitto cervello-tastiera, il nostro pensiero può trovare mille modi per avere ragione di essere pubblicato online.

CERCA (E PRODUCI) COSE BELLE
Welcome to the Internet! Abbiamo gattini che cavalcano unicorni sopra arcobaleni di cupcake!
Nella vastità folle del web c'è sempre spazio per qualcosa di bello, di utile e di stimolante da cercare... e trovare. Basta sapere cosa davvero ci piace e ci fa stare bene.

Spendi il tempo che utilizzi per scorrere (magari annoiato) gli status di persone di cui poco o nulla ti importa per cercare immagini, pensieri, video dedicati agli argomenti che ti stanno a cuore. Non sarà mai tempo buttato. Quello della ricerca è un esercizio fondamentale e produttivo, un'avventura quotidiana che ci fa sentire dei fichissimi Indiana Jones digitali.

Allo stesso modo, se devi dire qualcosa, cerca di farlo nel modo migliore. Chiediti se non sia il caso di elaborare il pensiero in un altro modo. Se può dare “qualcosa” agli altri.  
I social hanno la propria ragione d'esistere nella propria definizione: non essere egoista, autoreferenziale, disinteressato. 

giovedì 7 agosto 2014

I sette peccati (o vizi?) capitali dei social media: salviamoci!

C'è grossa crisi, come diceva Guzzanti: la nostra anima social è minacciata in ogni momento da comportamenti pericolosi che possono farci perdere la retta via e indurci in tentazione, rovinando la nostra esperienza online (e anche la vita offline!).

In un post molto divertente, Bill Nolan ha lanciato uno spunto che ho deciso di ampliare e fare mio: nel mondo social, più che mai, quelli che definiamo peccati andrebbero chiamati correttamente vizi capitali (nell'interpretazione cristiana il vizio è già un peccato!). Sono vizi che possono essere affrontati, corretti e annullati.
Bando alle ciance e via alla carrellata!


Una mia umile rilettura di un capolavoro pittorico di Hieronymus Bosch.





SUPERBIA
"Sono il migliore!". Capita: in fondo, la presenza sulla vetrina dei social, al netto delle esigenze professionali, è dettata anche da un po' di vanità e di orgoglio. La cosa diventa un po' limitante quando uno pensa di essere speciale e in grado di dire cose uniche, interessanti e perfette. E soprattutto degne dell'attenzione e dell'apprezzamento degli altri, così, senza neppure sudare. Ecco, magari si esagera un pochettino con la sicurezza nei propri mezzi. 

INVIDIA
No, non si parla del sentimento che sale vedendo le foto delle ferie altrui (e alcuni sembrano essere perennemente in ferie!). Entriamo nel campo dei risultati dei propri post/status/tweet/foto. Un deserto, con qualche sparuto 'mi piace', pochi +1, non parliamo poi dei retweet. Guardi chi fa più o meno le tue stesse cose, noti le sue decine di feedback e condivisioni, ed entri nella spirale del: perchè lui sì e io no? Sono uguale se non meglio! Consigliati, in questo caso, calmanti e sonniferi.

GOLA
Come un bambino che ha scoperto dove la mamma nasconde i dolci, ti sei tuffato su tutti i social: Facebook è la Nutella, Twitter la marmellata, Instagram i Pan di stelle, Google+ le Gocciole (magari extra dark), Pinterest i Chupa Chups, LinkedIn... uhm, la liquerizia. Ok, dopo tutta questa abbuffata, sei sicuro di riuscire ad avere una presenza decente, aggiornamenti costanti, abbastanza cose da dire e le capacità di affrontare ogni singolo social secondo le sue caratteristiche peculiari? A strafogarsi si ottiene solo un gran mal di pancia.

LUSSURIA
Desideri dunque avere seguito, ovunque, in ogni modo. I risultati (vedi sopra) latitano. Allora fai di tutto, aggiungi-followi-implori chiunque a casaccio, compri mi piace/fan, ti lanci in operazioni che non hanno nulla a che fare con l'engagement spontaneo. Risultato: ti ritrovi con una moltitudine di seguaci falsi (e facili da individuare per chiunque) e nessuna interazione, il che farà scattare il campanello d'allarme a quei pochi sfortunati che capiteranno davvero per caso sui tuoi profili/pagine.

AVARIZIA
Sei bravissimo e tu lo sai. Sei forte, sei un esperto, sei un tipo di successo. Quindi perché dovresti condividere le tue strategie, i tuoi segreti e i tuoi trucchi con gli altri? Sia mai! La gente generosa è sciocca e poco accorta. I social si utilizzano per mettere in mostra se stessi e il proprio business, farsi selfie celebrative e postare gattini.
Perfetto, hai centrato in pieno il punto.

ACCIDIA
Vizio pericolosissimo e subdolo: si sta online e si perde tempo senza neppure rendersene conto. Certo, l'accidia è propria di chi si rema contro, dedicando le proprie energie ad altro che non sia l'aggiornamento personale, la cultura professionale, la content curation, la lettura di articoli interessanti degli altri utenti, la creazione di una strategia sensata per la propria presenza online. Tradotto: giochi contro te stesso? Ok, ma poi non lamentarti.

IRA
La summa di tutti i peccati/vizi precedenti, lo stadio finale dalla frustrazione che deriva dalla concezione e dall'uso sbagliato dei social media. Una rabbia cieca verso tutti e tutti, un odio sordo verso coloro che hanno il difetto di fare le cose per bene, essere precisi, onesti e generosi verso i propri amici-utenti-follower.

Salva te stesso! Cura la tua anima social!
Fuggi da questi vizi capitali!
La tua vita (online e offline) sarà molto più bella, ricca, felice e soddisfacente.

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- Post perfetto, esiste una formula?

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