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lunedì 4 agosto 2014

Post perfetto, esiste la formula?

Da quando ho iniziato ad avvicinarmi al mondo social, declinato ad ogni sfumatura, mi sono imbattuto in centinaia di articoli con la parola "perfetto" nel titolo.

Come scrivere il post perfetto, il tweet perfetto, scattare/realizzare foto e immagini perfette... e così via. Niente di male, è una pratica normale per chi lavora sul web suggerire agli altri come fare al meglio qualcosa, sulla base dell'esperienza e dei risultati, calcolati in vari modi.

Utilizzare l'espressione "perfetto" è modo sicuro per attirare l'attenzione e i clic dei lettori. Certo, poi le aspettative sono alte: il contenuto deve essere utile, ma utile davvero, altrimenti ci si sente presi in giro - con tutto ciò che ne consegue.

Il punto di domanda nel titolo di questo post (che è tutt'altro che perfetto!) è molto onesto. Sono sicuro che tutti ce lo chiediamo, e che in fondo siamo consapevoli che, escluse poche e chiare regole per ogni social, una formula perfetta non esista.

Nonostante tutto, continuiamo a provare. Anche perché, sono la personalità, l'autenticità e la capacità "sociale" di ogni utente a fare la differenza ed assicurare il successo di un post.

Tutto sommato, questa utile infografica riassume quello che al momento è lo "standard minimo" per ottenere buoni risultati sul web.

Ovviamente, ognuno di questi vademecum va preso con le molle, modellato sul proprio stile e filtrato con il buonsenso, che deve essere sempre la stella polare di ogni azione (e condivisione). 




































































































































































































































































































































martedì 8 aprile 2014

Se (per una volta) Twitter va verso Facebook (irreversibilmente?)

Cosa sta succedendo a Twitter
Mentre Mark Zuckerberg le ha pensate tutte per rendere il suo Facebook più simile al noto social cinguettante (timeline più fluida, hashtag... lungo l'elenco che gli ha fruttato ironie per le "feature" vagamente ispirate) nell'universo dei 140 caratteri sta per entrare in atto una rivoluzione mica da poco (vedi il blog ufficiale). Nuovo design per i profili degli utenti, ma soprattutto, nuove funzioni rivolte alle aziende...
Sembra che gli storici utilizzatori di Twitter, e i suoi militanti più snob e, diciamo, anti-FB... potrebbero avere di che lamentarsi. Guardate l'immagine d'esempio (il profilo di Channing Tatum!): quasi identico a Facebook, l'accoppiata foto profilo+copertina non mente! Uhm... i suggerimenti e i trending topic si spostano sul lato opposto mentre sotto la nostra foto si accalcano informazioni più personali.
Altre grandi novità: i Best Tweet, ovvero quelli "grossi"... tweet che avranno maggiore visibilità, con carattere più grande, grazie alle ripetute menzioni o perchè sono stati messi nei preferiti da molti utenti. Inoltre, ci saranno i pinned, ovvero quelli messi in 'evidenza' che rimangono in cima alle vostre liste (ottimo per i privati e chi vuol fare promozione), e infine i filtered (cosa che speravo da tempo!) ovvero, quando andremo su un profilo particolare, potremo scegliere di vedere cosa preferiamo (solo testo, foto e video, botta e risposta, etc...)
E come ci dice Twitter... COMING SOON TO EVERYONE: non potrete sfuggire.

venerdì 21 febbraio 2014

La morte in diretta. E la morte indiretta.

Olesya Zhukovskaya ha 21 anni, fa il paramedico e si trova in mezzo agli scontri in corso a Kiev.
Improvvisamente, viene colpita da un proiettile al collo.

La foto che ritrae Olesya colpita e sanguinante, con una mano al collo e l’altra al cellulare…

Mi sono fermato mentre stavo componendo la frase e la lascio così com’è.
Qualcuno, in quella foto, sta portando via la ragazza per soccorrerla. Gli stessi soccorsi che le salveranno la vita, come le stessa ha poi comunicato. In mezzo a proiettile e foto, il cellulare. Stretto in mano da Olesya e utilizzato per comunicare la propria morte incombente.

La tragedia e la spettacolarizzazione (o informazione, chiamatela come volete, anche qui si potrebbe dibattere ore) del dramma. Subito diventa simbolo.

Una ragazza, ferita, consapevole di essere probabilmente a pochi minuti dalla fine, comunica la propria morte al mondo tramite Twitter.

Come possiamo trascurare un fatto di questa portata? Come possiamo lasciarlo scorrere via nel flusso del resto delle notizie del giorno senza valutarlo come punto di arrivo, di non-ritorno o di partenza di una nuova forma di probabile e inquietante in-sensibilità da condivisione?

Il tweet di Olesya viene non soltanto ri-twittato migliaia di volte, ma anche inserito nei preferiti di molti utenti.

Quando sento gran parte della gente scherzare sulla pornografia e/o sulla passione di alcuni per i film che mettono in scena splatter, snuff movies e torture varie, non posso fare a meno di pensare ad episodi come questi. Non posso evitare di chiedermi come si possa anche solo pensare che la fiction possa rivaleggiare con qualcosa di reale – con la pornografia del reale, di cui la morte è uno zenit - che inconsapevolmente passa, senza filtro, attraverso la nostra umanità, la trafigge riempiendola di crepe, e, ad ogni episodio simile, la riduce di parecchie unità, abbassando la nostra soglia della percezione del moralmente accettabile, dell’eticamente recepibile.
Senza rendercene conto.

La morte indiretta della nostra sensibilità.


Questa storia, come detto, ha fortunatamente un “lieto fine” perché Olesya (o chi per lei) ha twittato da poco, dal suo stesso account, di essere viva. Le auguro con tutto il cuore di non dover mai più avere occasioni per raccontarci la sua morte.
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