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venerdì 25 luglio 2014

Expendables piratati e sacrificabili al boxoffice? Dipende da te

189 mila download in meno di 24 ore.
Sarebbe un bel successo, se si trattasse di qualcosa di legale. E invece stiamo parlando di un film non ancora ufficialmente uscito: The Expendables 3, il nuovo capitolo della saga action firmata da Sylvester Stallone, che riporta sullo schermo vecchie glorie e nuove leve del genere reso cult dalle pellicole degli anni '80.

Non giriamoci intorno: a meno di un mese dalla premiere ufficiale del film, la circolazione di una copia pirata in qualità DVD e questi numeri fanno cadere le braccia.

Ci ritroviamo di fronte ad un dilemma, e stavolta senza la foglia di fico del cinema d'autore che circola poco: chi attenderà un mese per vederselo sul grande schermo? Quanti, invece, preferiranno la comoda e gratuita visione sullo schermo del pc?

Un film d'azione del genere vive dell'incasso in sala dovuto alla "nicchia" di appassionati che, guarda caso, in gran parte (uomini, giovani) ricade nei grandi utilizzatori del download illegale. La frittata è (potenzialmente) fatta.

Il precedente a cui si può fare riferimento è “X-Men - Le Origini: Wolverine” che fu scaricato da 15 milioni di persone un mese prima dell'uscita nei cinema e incassò molto meno di quanto avrebbe potuto (vabbè, era pure un pessimo film...). Se vi consola, colui che uploadò il file pirata è finito in carcere e Megaupload, beh, sappiamo com'è finita.

Adesso, i cosiddetti amanti del cinema, del genere action, dell'arte e dei vecchi miti gloriosi degli anni '80 sono chiamati ad una scelta di campo. Affossare i propri beniamini o sostenerli fino alla fine, scaricare o vedere in sala, stare comodi o sostenere il (tanto amato?) cinema.

mercoledì 23 luglio 2014

Equo compenso, Franceschini abbaia ad Apple (ma è colpa della SIAE)

Che cos'è l'equo compenso? In poche parole, una tassa che si paga ogni volta che compriamo dispositivi come smartphone, tablet, pc e memorie usb. Perché paghiamo? Perché su questi prodotti possiamo "copiare" file in teoria protetti dal diritto d’autore.

Morale della favola, dobbiamo pagare di più degli oggetti per un uso che nemmeno potremmo mai fare. 

Adesso, con un tweet, il ministro Dario Franceschini se la prende con Apple dicendo che questa si rivale gli utenti aumentando il prezzo dei suoi prodotti in Italia rispetto ad altre nazioni europee (nello specifico per l'iPhone 5S 16Gb). Peccato che sia stato lui stesso, con la firma del decreto che ha rivisto le tariffe dell’equo compenso per copia privata, ad aver permesso questa mossa che suona come una rivalsa.



Vediamo cosa dice il testo: 4 euro sugli smartphone  e sui tablet con 16 Gb di memoria, 0.36 euro sulle memorie USB con 4 Gb di capacità, 0.20 euro sui dvd.

Chi ci guadagna? La SIAE, con i conti perennemente in rosso. La Società che tutela gli autori e gli editori, da sempre investita da polemiche dei suoi stessi associati e dalle logiche interne molto opinabili, tenterà (con il beneplacito delle istituzioni) di guadagnare più soldi possibili attraverso il provvedimento.


Nella prova di forza tra produttori di prodotti elettronici e la SIAE, nel nostro Paese non poteva che vincere quest'ultima. Il Governo la tutela, poi lancia un (debole) monito verbale dicendo che a pagare devono essere i produttori e non i consumatori, e con la coscienza a posto si siede a guardare.

A guardare come i costi, naturalmente, vengono scaricati su chi vuole comprare.

C'è almeno un risvolto positivo in questo bel provvedimento (lo chiamiamo salva-SIAE? Sì, dai)? Forse avrà una ricaduta sulle abitudini degli italiani, anche quelle dei più "arretrati". Andremo tutti a comprare i prodotti online, sugli store digitali degli altri Paesi europei.

Applausi (registrazione non coperta da diritti d'autore).
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