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venerdì 14 marzo 2014

Instant cut: π - Il teorema del delirio

Oggi, 14 marzo, giorno di nascita di Albert Einstein, si celebra anche il π day, giorno del pi greco (non il giorno dell'approssimazione del pi greco, quello è un'altra cosa).
Inventato dal fisico Larry Shaw col chiaro pretesto di mangiare un sacco di torte decorate con il simbolo π, nobile intento che applaudo con approvazione, questo giorno dovrebbe essere festeggiato ogni anno dagli amanti delle cultura e del cinema costringendo qualche profano a vedersi la pellicola d'esordio di Darren Aronofsky, probabilmente a tutt'oggi ancora la migliore: π - Il teorema del delirio.
Prima di wrestler bolliti, cigni neri, requiem per sogni e fontane new-age (accidenti a me che me lo sono ricordato), il giovane Darren, esordiente totale, produce con 60.000 dollari, scrive con l'amico-protagonista Sean Gullette e dirige quella che sarà una delle pellicole di culto degli ultimi anni '90 e croce e delizia di ogni matematico e appassionato di numeri.
Chiare le ascendenze: Cronenberg, Lynch, Tsukamoto sono le più immediate e scoperte, ma il giovane artista ha già le idee chiare, il polso fermo, una precisa idea di cinema e una maestria nel gestire una materia complessa, ostica e affascinante come i numeri e le folli teorie matematiche che vogliono ricondurre a loro la lettura del mondo.
Con un bianco e nero abbacinante, disturbante, un senso di alienazione e di follia crescente, un groviglio di temi come religione, droga, capitalismo, Fibonacci e Wall Street, giochi da tavolo e allucinazioni perverse e violente, Aronosfsky si dimostra personalissimo e capace di risucchiare lo spettatore in una dimensione altra: quello che fa il grande cinema.
Certo, matematica ipercinetica, ossessiva e in acido, che magari scontenterà i puristi (ma chi sene frega dei puristi): sfido chiunque a rimanere indifferente di fronte a questo piccolo e magistrale film.
Governare il caos è impossibile, avvicinarsi a Dio (o anche solo fissarlo) un'illusione destinata a distruggere il cervello: neppure un computer può riuscire, nella sua velocità e complessità di calcolo, a risolvere il mistero finale con i numeri. La fine, strepitosamente condotta, è una delle più sinceramente sconvolgenti del cinema moderno.
Colonna sonora con il meglio del meglio dell'epoca (e lo amai anche solo per questo): Clint Mansell, Massive Attack, Aphex Twin, Autechre, Orbital...
Recuperatelo, rivedetelo, fatelo vedere.
Lunga vita al π (e a quel paese Vita di Pi!)

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